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In armonia tra Terra e Cielo, fra gli ulivi di Govardhan Italia

In armonia tra Terra e Cielo

Ricordo le mie prime visite, poco prima di ferragosto, a quello che al tempo era chiamato “fondo Montalbano”. La gioia, l’entusiasmo e la soddisfazione delle persone che avevano contribuito attivamente alla ricerca e alle prime fasi dell’acquisto. Nei loro occhi il futuro prospero e ideale di un progetto che appena cominciava. Nel loro cuore il coraggio alimentato dalla fede, indispensabile per intraprendere un’opera della quale a fatica si scorgono i termini. Se pur si scorgono.

Tanta bellezza ci avvolgeva da ogni lato, nell’abbraccio tra il cielo azzurro e la terra bruna. E l’aria, vivificata d’innumerevoli, perfettamente armonici profumi, penetrava le nostre narici, permettendo a tutto l’organismo di sperimentare la perfezione di quell’inscindibile intesa. Un tesoro a cui difficilmente l’uomo urbanizzato della contemporaneità ha accesso.

I compagni d’avventura mi mostravano le diverse aree agricole destinate all’uliveto, al frutteto e all’orto, che ha da venire. Non so quale fosse la loro percezione, ma io vedevo una ricchezza smisurata che era stata messa a nostra disposizione, se solo avessimo saputo gestirla con vigore, accuratezza e lungimiranza.

A fine ottobre ho avuto l’opportunità di tornare sul posto. Il nome era cambiato: “Govardhan Italia”. E come il nome così l’atmosfera, oramai intrisa del nobile sentimento di chi da un paio di mesi generosamente investiva le proprie migliori risorse nella valorizzazione di quel inestimabile tesoro.

La Vita rispondeva alla Vita. L’Amore di chi si donava alla Terra con premurose cure era da questa ricambiato. La realtà che testimoniavo non atteneva alla percezione dei sensi, né alla progettualità calcolatrice. Era evidente che mi trovavo immerso in una complessa e armoniosa rete relazionale, della quale lei, la Terra, era il fulcro pulsante, e alla quale tutti noi partecipavamo: responsabili, collaboratori, piante, erbe, animali, il sole, la luna e il cielo. La Terra sostegno e casa. La Terra madre. Accogliente, generosa, premurosa.

In quei giorni ho avuto l’opportunità di impegnarmi, per la prima volta nella mia vita, nella raccolta delle olive e il miracolo si dispiegava continuamente innanzi ai miei occhi.

Devoti assorbiti in quella dimensione fuori dal tempo di Govardhan Italia, avevano nelle settimane precedenti liberato centinaia di ulivi dall’assedio di felci e altre piante spontanee che, come un manto di ignoranza, avevano avvolto i nostri amici alberi in un sordo torpore. Bhakta Marco, Adhokṣaja Prabhu e ĪśvaraKṛṣṇa Prabhu, con i mezzi meccanici della fattoria, disseppelliti dalla polvere e dalle ragnatele, e ripristinati con misurata economia e competenza, si erano dedicati a quell’opera apparentemente pragmatica, che era in realtà un gesto di amicizia e compassione.

Gli ulivi tornavano a respirare, slanciando i propri rami al cielo, grati e desiderosi di condividere con noi i loro frutti.

La squadra della raccolta delle olive si avviava ogni giorno, mattina e pomeriggio, dalla sede di Ponsacco, nella quale si svolgeva il seminario autunnale di Śrīla Gurudeva, il primo benefattore della nostra amata “collina” e il dolce focolare attorno al quale si riuniscono le nostre anime.

Nel pomeriggio trascorrevo con loro alcune ore ai piedi degli ulivi. Mathureśvara Prabhu, con la sua decennale esperienza, pianificava il da farsi. Ma tutto si svolgeva con straordinaria naturalezza. Ognuno trovava immediatamente il suo spazio e la sua funzione, perfettamente integrati con le attività e i bisogni altrui. Era come se quei gesti antichi risvegliassero in noi una conoscenza innata. La gioia e la solidarietà intessevano le relazioni, e il Dharma governava senza ostacoli, risuonando nel nostro cuore, così come risuona nel cuore di uccelli migratori perfettamente schierati nel cielo per il loro viaggio.

Eravamo tutti figli della stessa Madre, impegnati a onorarla con rispetto e gratitudine. La grande Madre Terra che nutre ciascuno e dipana ogni conflitto. In Lei si riscopre il sentimento di fratellanza che ci unisce a tutti gli esseri e in particolare a quegli straordinari alberi gremiti delle loro preziose bacche, nonostante anni di trascuratezza e indifferenza da parte dell’egoismo umano.

Come insegnano i Veda, è la Madre che disvela al figlio l’identità del Padre, altrimenti inconoscibile. La Madre desiderosa di offrire tutta Se stessa, che non chiede nulla, ma gioisce e prospera dell’affetto dei sui figli.

Fabrizio Fittipaldi

#adayur

One comment

  • La lettura dell'articolo “ In armonia tra Terra e Cielo”, pubblicato recentemente e scritto da Fabrizio Fittipaldi, mi spinge a fare alcune considerazioni su ciò che mi ha raggiunto in profondità.Inizierei dalla meraviglia prodotta dalle suggestioni sensoriali col suo descrivere quella esperienza piena di luce che si manifesta attraverso i colori.Esperienza così ricca perchè espressa con un linguaggio che, a tratti, si rivela poetico e quindi capace di andare oltre la pura sensorialitàMi ha colpito particolarmente la descrizione della raccolta delle olive attraverso cui “ il miracolo si dispiegava continuamente” innanzi ai suoi occhi.Poichè raccolgo olive da trent'anni vorrei condividere il mio sentire a tale riguardo.Ogni volta che mi ritrovo sotto un albero di olive sento, con immutata meraviglia, quel senso di pienezza che il servire la Madre Terra ci infonde.In particolare è il servirla attraverso questa pianta che, così umile e così forte nella sua umiltà, ci insegna a capire che il creato non è nostro.Ci insegna, come dice il nostro amato Maestro, che “ le forze vitali non ci appartengono così come non ci appartengono le circostanze e, così pure, tante altre forze che costituiscono le circostanze”. E' così che guariamo dalla febbre del possesso; la raccolta diventa un'esperienza diretta di offerta e, come ogni azione fatta in questa modalità, ti apre alla pienezza della vita e all'eternità.Le parole dell'ultima citazione mi sono state appena offerte da Gurudeva attraverso la sua opera di trasmissione della Bhagavad Gita.Con gratitudineBhaktin Carla

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