Lettera di un discepolo
Caro Maestro,
Sono appena giunto a casa proveniente dalla Collina Govardhana e vorrei offrirti qualche breve riflessione favorita dal servizio svolto.
“Vita semplice e pensiero elevato”, questo è il motto di Shrila Prabhupada. Ed è in questo stare a contatto con la “terra” e condividere con i confratelli i Tuoi insegnamenti, lontano dalla frenesia e dai falsi bisogni di una società che consuma grande quantità di energia psichica, è in queste circostanze che il risveglio alla originale natura spirituale mi pare avverabile. Lavorare la terra e offrire i suoi prodotti a Dio mi fa sentire utile e creativo, dandomi la possibilità di migliorare la mia posizione spirituale. Anche la semplice attività della raccolta delle olive, poiché compiuta per soddisfare Dio e il Maestro spirituale, mi ha arricchito e reso felice al di là di ogni aspettativa.
Dalla cima della collina mi ritrovo ad immaginare le verdure rigogliose nell’orto, i campi di cereali, gli alberi pieni di fiori e di frutti… Tutto questo mi dona armonia e lietezza, ed entro in contatto empatico con questa energia che mi avvolge, con questo bene inestimabile che hai posto “anche” nelle mie mani, per farne il miglior uso possibile a beneficio di tutti gli esseri viventi.
Con questo progetto mi dai una visione di incomparabile rettitudine e dignità: onorare Madre Terra, comprendendo che il mio benessere è indissolubilmente legato ed in intima relazione con lei. Più sono rispettoso della sua produttività e più mi compensa con la sua bellezza. Ammirare la bellezza di un tramonto, la meraviglia del frutto dell’ulivo o di un fiore… Come negare l’intervento della Persona Suprema?
Sto vivendo una esperienza unica ed autentica con i miei confratelli, dove imparare ad aiutarsi è capire che ogni singolo elemento divino ed umano è necessario ed importante per la realizzazione spirituale. Ed è così anche nel lavoro: le peculiarità e le competenze di ognuno sono inserite in un contesto in cui siamo tutti piacevolmente coinvolti, per il raggiungimento del fine comune. Un contesto in cui l’esperienza alimenta la capacità di riflettere, e le emozioni vissute in prima persona sono elaborate e sperimentate nella relazione con tutti gli altri esseri viventi, al fine di facilitare un clima di comprensione reciproca.
Caro Maestro, quest’opportunità di praticare la Bhakti, l’Amore divino, mi dà occasione di sviluppare e accelerare il progresso di crescita, di lavorare ponendo la giusta fiducia negli altri, di conoscere i miei punti di forza e di debolezza.
Questa conoscenza così preziosa la devo a te. So di esserti debitore e quello che voglio fare è aiutarti a condividere questa visione, che mi doni giorno dopo giorno e che sta cambiando la mia vita, col maggior numero di persone possibili.
Con infinito affetto e gratitudine,
Giuseppe