Mi sono sentita avvolta da un’energia accogliente, gentile, l’energia della Madre Terra che sulla collina Govardhana si percepisce profondamente. Un’energia solida, spiritualmente armoniosa. Sembra essere noi a prenderci cura di lei, ma per quanto mi riguarda ho percepito che la Madre Terra si prende cura di tutti noi, in un abbraccio amorevole, confortevole.

Trascorrevo il tempo raccogliendo i frutti, rimanendo nell’ascolto di quello che sentivo dentro di me: la percezione del radicamento a livello dell’energia sottile, più precisamente a livello del “Muladhara chakra”, percependo quel radicamento naturale che generalmente viene offerto dalla madre e dal padre. Stava diventando una meditazione terapeutica, sentivo il dentro e sentivo il fuori e in un attimo in questo ambiente così sano improvvisamente sentire quel silenzio dentro, l’arresto delle onde mentali, “vritti”, di cui Patanjali parla nel secondo sutra del samadhi pada: la mente si ferma e diventa un tutt’uno con l’ambiente circostante, ci permette di radicarci nella dimensione dove nel movimento c’è la fermezza in noi.

Sulla collina Govardhana si sente forte l’energia della Madre Terra che col suo avvolgente carisma ci permette di radicarci, allinearci e centrarci. Credo sia questo quel benessere che si sperimenta nel tornare a relazionarci con essa e con tutte le creature, ricordarci di quanto siamo piccoli, di mantenerci umili ricordando il valore della vita breve e terrena e i veri bisogni dell’uomo nella semplicità dell’esistere. Osservavo attorno a me grilli giganti, cavallette curiose, lucertole, fagiani, che si fermavano ad osservare, io osservavo loro e loro osservavano me, eravamo in comunione, distinti e uniti nello stesso tempo.

Che beneficio immenso poter rendersi utili al progetto, sento la gratitudine attraversare ogni cellula della mia struttura psicofisica. Con tutti questi curiosi animaletti mi è tornato in mente Krishna, quando con i suoi amici e le gopi correva con le mucche. Che meraviglia poter immaginare come poteva essere speciale, e per un attimo pensare in qualche modo di esserci.

Katiuscia Biondo