Amare è prendersi cura
Il Corso di potatura e cura degli ulivi, “L’Amico Ulivo”, ispirato ai principi dell’ayurveda, è stato l’opportunità per tornare al Centro Studi Bhaktivedanta dopo qualche anno di assenza. La passione per le piante che da sempre vive dentro di me, il contatto con la natura, il muoversi fra gli alberi in compagnia di care persone, facendo nuove conoscenze, e soprattutto il rendere un servizio condividendo ciò che ho appreso con la mia modesta esperienza. Tutto questo mi ha spronato a mettere in pratica un insegnamento importante:
LA VITA È UN VIAGGIO
IL MEZZO LA CONOSCENZA
LA META L’AMORE
Opportunità offerta dal mio Maestro e Guida spirituale che, percorrendo gli antichi sentieri della conoscenza tradizionale dell’India, ha voluto, con il cuore rivolto al Signore Supremo, darGli un segno del suo Amore, facendo propri gli insegnamenti della Bhakti e creando un luogo in natura dove offrire un modello di rispetto e valorizzazione dell’ambiente e del pianeta terra. Un luogo aperto a tutti coloro che desiderano partecipare e contribuire agendo in armonia con il dharma: la collina di Govardhan Italia.
Govardhana rimanda a un episodio della vita di Shri Krishna, il Quale per proteggere gli abitanti di Vrindavana da un tremendo diluvio scatenato da Indra e durato molti giorni, sollevò sul mignolo della sua mano sinistra un’intera collina come fosse un ombrello, riparando e salvando gli abitanti e le mucche dalla furia della pioggia.
Shrila Gurudeva Matsya Avatara das, Marco Ferrini, ha fatto rivivere quel racconto trasportandolo nel “qui e ora”, dando il nome di quella collina a un grande appezzamento di terra ricco di boschi e di uliveti. Uliveti che per diverso tempo sono stati abbandonati e che sono quindi bisognosi di essere curati e ripristinati.
E così un gruppo di amichevoli persone si sono incontrate per partecipare al Corso, desiderose di condividere il loro sapere e di apprendere quello degli altri, per ampliare le proprie conoscenze. Sono discese sulla collina di Govardhana come una manciata di piccole stelle donate dal cielo, ognuna risplendente della propria luce.
Guidati dalle mani esperte e compassionevoli di Mario Bacciarini, docente del Corso e appassionato dell’India e della sua cultura, siamo entrati nell’uliveto, che ho subito percepito come luogo privilegiato di contatto con Madre Terra. Nell’uliveto sono emerse realtà che si riscontrano nella vita di tutti i giorni: ulivi abbandonati, ammalati, potati in modo sbagliato, tronchi secchi e svuotati all’interno… Ogni albero era un caso a sé, che portava registrate sul suo corpo le tracce degli eventi naturali o dell’incuria dell’uomo, rimandando così all’esperienza dei tanti esseri viventi che abitano questo nostro mondo.
Approcciarsi alla pianta nel rispetto delle reali condizioni in cui si trovava, girargli attorno, percepirne lo stato osservandola da diversi punti di vista, cercar di capire ciò di cui aveva bisogno, condividendo con tutti, e soprattutto con il nostro amorevole tutor, le nostre riflessioni, per ascoltare infine il parere di ognuno ed agire per il meglio. Questo è stato il fulcro di tale esperienza.
L’ulivo posto al margine del bosco, in una zona oscura dove quasi non arrivava il sole, ha presentato il tronco avvinghiato dall’edera che, partendo dal suolo ha raggiunto anche i rami più alti dell’ulivo, togliendogli vitalità e facendolo quasi rinsecchire. L’aiuto consapevole è arrivato dalle nostre mani che hanno iniziato a liberarlo: recise le radici dell’edera, liberato il tronco si è passati a tagliare i rami che non potevano essere liberati dall’edera. Potare l’albero significava rinvigorirlo e dargli una nuova possibilità di vita, orientando nel modo giusto le branche rimaste. Infine appare un’immagine del tutto nuova rispetto a quella iniziale ed ora l’ulivo potrà librare i suoi rami in diverse e più luminose direzioni.
Quest’ulivo mi ha fatto pensare alla vita umana condizionata, con quell’edera attorcigliata che circonda, toglie vitalità e deprime con costrizioni esterne ed interne, allontanando l’essere vivente dalla consapevolezza della propria intima natura spirituale.
Successivamente Mario ci propone di risolvere le problematiche di un altro ulivo, invitandoci ad osservare e a proporre soluzioni. Guardando con attenzione ci accorgiamo che nonostante sia in vegetazione ed abbia una buona esposizione, il tronco e i rami sono afflitti da una malattia abbastanza frequente nell’ulivo: la rogna. Sono escrescenze scure e indurite dovute a condizioni meteorologiche avverse le quali hanno provocato infezioni o traumi. Sembrerebbe necessario potare le parti ammalate, ma questo comporterebbe un taglio quasi totale dell’albero. Eppure tale decisione risulta essere quella giusta, poiché tagliandolo alla base nasceranno nuovi germogli di ulivo, che daranno vita nel tempo ad un albero sano. Si procede effettuando un taglio trasversale del tronco, si rimuove ciò che è ammalato e lo si raccoglie per bruciarlo rapidamente, evitando così di infettare il suolo.
Per ogni albero incontrato che aveva bisogno di cura, abbiamo proseguito con la stessa attitudine, cercando sempre la soluzione migliore. Nonostante ogni ulivo avesse caratteristiche diverse, qualcosa li accomunava tutti: anche se malati, mal orientati, cresciuti disordinatamente, mischiati ad altra vegetazione, tutti continuano a farsi spazio verso l’alto e verso la luce, foss’anche con un unico ramo.
Questo mi ha fatto venire a mente il brano di un libro letto diversi anni fa, scritto dal filosofo e pedagogista bulgaro Mikhael Aivanhov. Si tratta di un insegnamento straordinario, un messaggio che tutti dovrebbero far proprio:
“Anche malati, soli, in prigione o in esilio potete fare un lavoro interiore: spesso proprio in condizioni difficili si può migliorare. In quei momenti infatti, si ha la massima forza perché esternamente manca tutto. Quando in tutte le direzioni incontrerete difficoltà e ostacoli, una sola sarà completamente libera: verso l’alto. Non esitate, andate verso Dio, in quella direzione nessuno potrà ostacolare i vostri sforzi.”
Grazie infinite a Shrila Gurudeva Matsya Avatara das Marco Ferrini e a tutti coloro che hanno partecipato, i quali mi hanno dato l’opportunità di vivere questi momenti di intensa beatitudine.
Con gratitudine e affetto sinceri,
Angela Russo